giovedì 15 marzo 2012

Parabole fra i Sanpietrini #6: TEATRO DEGLI ERRANTI // CERNOBYL' TOUR



GIOVEDI' 29, VENERDI' 30, SABATO 31 MARZO

Forte Fanfulla - Via Fanfulla da Lodi, 5 (Pigneto)

Ingresso €6,00+
Tessera ARCI obbligatoria (piattino di aperitivo gratuito)


Inizio spettacoli: 21.30




#6 Teatro degli Erranti // Cernobyl' Tour
con Sara Allevi e Dominic De Cia
collaborazione drammaturgica: Nicola Borghesi
aiuto regia: Anna de Franceschi
disegno luci e regia: Marco Adda


Cernobyl Tour

26 aprile 1986.
All’ una, ventitré minuti e cinquantotto secondi il reattore numero quattro della centrale nucleare di Černoby l’esplode. Nessuno sa minimamente ciò che sta accadendo. Nessuno può lontanamente immaginare ciò che Černobyl’ sarebbe diventato: il più grande incidente nucleare della storia. I vigili del fuoco della vicina città di Pripyat’ sono i primi ad intervenire: raggiungono velocemente il luogo dell’incidente senza indossare alcuna tuta protettiva. Nessuno li avverte della pericolosità dell'accaduto.


Lo spettacolo è ispirato alla prima testimonianza di Ljudmilla Ignatenko (Ljusja), moglie del defunto vigile del fuoco Vasilij Ignatenko (Vasja), riportata dalla giornalista Svetlana Aleksievic in “ Preghiera per Černobyl’". 


Vasja, vigile del fuoco della città di Pripyat, fu tra i primi ad arrivare alla centrale di Černobyl’ per spegnere l’incendio. Lui e tutti i suoi compagni morirono nell’arco di quattordici giorni. Ljusja, pur standogli accanto in ospedale si salvò grazie ad una dolorosa coincidenza: il feto che portava in grembo assorbì tutte le radiazioni. Nella nostra rielaborazione del racconto della Aleksievic i due sono insieme, uno accanto all’altra , a sopportare il peso schiacciante di questa storia come se nulla, neanche Černobyl’ stessa, li potesse mai separare. 


Nel nostro immaginario Černobyl’ è un mostro senza corpo e senza volto. Il nostro tentativo è quello di ridare corpo e voce ad una tragedia che investe proprio i corpi: li cambia, li trasforma, li distrugge. Raccontare la sorte di questi corpi è per noi un modo di rendere vivo e visibile qualcosa che è ancora sepolto e confuso alla vigilia dei 25 anni dal disastro. Ancora oggi non è possibile valutare con precisione le conseguenze dell’incidente, poiché tali conseguenze continuano a tramandarsi di generazione in generazione attraverso il codice genetico. 
Černobyl’ sfugge alla comprensione e alla materia, è contemporaneamente in migliaia di posti diversi: è nella terra, nell’aria, nei corpi, nel sangue. Narrare e confrontarsi su questo avvenimento, oggi , mentre il mondo s ’interroga sul proprio destino e sulla questione energetica, è necessario: per conoscere il passato, per essere consapevoli del nostro presente, per non commettere gli stessi errori e fare le scelte giuste per il nostro futuro.





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